Quando un familiare pensionato viene a mancare, chi può ottenere la pensione di reversibilità? Quali requisiti è necessario possedere? In questo articolo faremo un po’ più di chiarezza su questo argomento, anche alla luce dell’ultima legge finanziaria.
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Cos’è la pensione di reversibilità
Si chiama pensione di reversibilità la possibilità di qualcuno di ereditare la pensione del defunto.
La pensione di reversibilità è un diritto e viene erogato automaticamente ai beneficiari, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il decesso del pensionato.
La pensione di reversibilità viene quindi applicata ai familiari superstiti e per averne diritto è importante possedere alcuni requisiti.
Innanzitutto un chiarimento: la pensione è di reversibilità quando il defunto percepiva una pensione di anzianità o anticipata, oppure una pensione di invalidità o di inabilità.
Chi ne ha diritto
Il primo familiare ad avere diritto alla pensione di reversibilità è il coniuge, perché è il familiare più prossimo. Per la moglie o il marito del defunto, si tratta di una procedura automatica. Solitamente al coniuge spetta il 60% della pensione del defunto nel caso sia il solo destinatario dell’assegno di reversibilità. La somma di denaro viene ridotta se il titolare possiede altri redditi. Ad esempio se il reddito del beneficiario è tre volte superiore al trattamento annuo minimo del fondo, viene ridotta del 25%. Se è quattro volte superiore, del 40% e se è cinque volte superiore, del 50%.
Il coniuge ha sempre diritto alla pensione di reversibilità, anche la parte di un’unione civile ne ha diritto. Il coniuge ha diritto all’assegno di reversibilità anche in caso di separazione legale, se si percepiva assegno di mantenimento. Nel caso in cui ci sia una separazione infatti, la pensione spetta anche al coniuge separato a patto che questa non sia da addebitare al superstite, la pensione verrà concessa solo nel caso in cui risulti titolare di un assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale. Lo stesso vale se il coniuge superstite era divorziato dal defunto. A patto che quest’ultimo non si sia risposato. Inoltre, il coniuge divorziato superstite deve essere titolare di un assegno di divorzio e non deve essersi a sua volta risposato. Se invece il defunto si è risposato per l’ex-coniuge le cose si fanno più complicate. Se è titolare di un assegno di divorzio, deve rivolgersi al Tribunale per avere una quota della pensione, quantificata in proporzione alla durata del matrimonio.
Subito dopo il coniuge, ci sono i figli. Siano essi legittimi, legittimati, adottivi, affiliati, naturali, legalmente riconosciuti, giudizialmente dichiarati o nati da un precedente matrimonio dell’altro coniuge. L’importante è che abbiano meno di 18 anni, che siano studenti di scuola media superiore con un’età compresa tra 18 e 21 anni, a carico del genitore, e senza lavoro, oppure che siano studenti universitari e con non più di 26 anni di età, a carico del genitore e disoccupati. Oppure, ancora, inabili di qualunque età, a carico del genitore.
Non appena il figlio inizierà a lavorare verrà sospesa la quota di pensione, qualunque sia il reddito percepito, a meno che non sia inferiore al trattamento minimo annuo della pensione, e maggiorato del 30%.
In ogni caso, ai superstiti beneficiari della pensione di reversibilità non viene erogato l’intero importo che spettava al defunto. Ad esempio, se a beneficiarne è solo il coniuge, questo riceverà il 60% della pensione. Quando invece essa è erogata in favore di un solo figlio, il suo importo è del 70%. La reversibilità sale all’80% della pensione nel caso in cui gli aventi diritto siano il coniuge e un figlio o due figli senza coniuge.
Il 100% si raggiunge solo quando ad avere diritto alla reversibilità siano il coniuge e due figli o tre o più figli.
Anche genitori, fratelli e nipoti hanno diritto alla pensione di reversibilità. La condizione per quanto riguarda i genitori, in questo caso, è che abbiano almeno 65 anni, non siano titolari di pensione diretta oppure indiretta e risultino a carico del figlio alla data del decesso. Fratelli e sorelle superstiti devono invece non essere sposati, inabili al lavoro, anche se minorenni, non titolari di pensione e a carico del lavoratore deceduto. Infine, una sentenza della Corte costituzionale riconosce il diritto alla pensione di reversibilità anche al nipote a carico del nonno pensionato. Questo si applica ai nipoti che, anche se non sono stati formalmente affidati ai nonni da un giudice, non sono economicamente autosufficienti e si mantengono solo grazie alla pensione del nonno.
Più difficile la condizione delle coppie di fatto, che non vedono riconosciuto il diritto alla pensione di reversibilità. Questo perché manca, tra i partner un rapporto giuridicamente riconosciuto. I conviventi non godono degli stessi diritti delle coppie eterosessuali né di quelle omosessuali che hanno sottoscritto un’unione civile. La normativa relativa alla pensione di reversibilità si estende alle coppie omosessuali unite civilmente.
Chi sono i familiari a carico
Nel caso di alcuni familiari il diritto alla pensione di reversibilità scatta solo se sono a carico del defunto. Ad esempio, un figlio maggiorenne e inabile al lavoro e a carico del defunto solo se questo provvedeva al suo sostentamento. Questo significa che non fossero economicamente autosufficienti. Quindi sono considerati a carico i figli maggiorenni con un reddito che non supera l’importo del trattamento pensionistico minimo maggiorato del 30%, i figli maggiorenni inabili, con un reddito inferiore a quello fissato annualmente per il diritto alla pensione di invalido civile, i figli maggiorenni inabili che percepiscono una pensione di accompagnamento e hanno un reddito inferiore al reddito fissato per la concessione della pensione di invalidità civile aumentato dell’importo di indennità di accompagnamento.
Cessazione del diritto
Il diritto alla pensione di reversibilità non sempre è a tempo indeterminato. In alcuni casi può anche terminare, come ad esempio il coniuge superstite si risposi, con diritto, tuttavia, a due annualità della quota di pensione nella misura spettante alla data delle nuove nozze, una tantum e compresa la tredicesima. Per i figli, invece, è leggermente diverso. I figli minori cessano di avere diritto alla reversibilità al compimento dei 18 anni, a meno che non siano studenti o studenti universitari, nel qual caso la soglia si eleva, rispettivamente, a 21 anni e a 26 anni di età. I figli inabili perdono il diritto se viene meno il loro stato di inabilità. Lo stesso vale anche per i nipoti. I genitori, invece, non beneficiano più della reversibilità se conseguono un’altra pensione, mentre i fratelli e le sorelle se conseguono un’altra pensione, si sposano o non sono più inabili.
Speriamo che questo articolo vi sia stato utile per capire la pensione di reversibilità.