La Riforma Fornero, voluta nel 2012 dall’esecutivo Monti, ha rivoluzionato il sistema delle pensioni e del calcolo dell’assegno ricevuto.
Con l’entrata in vigore del sistema contributivo pro rata per tutti i lavoratori, si andrà in pensione al raggiungimento di una soglia minima di età (66 anni dal 2018) e si riceverà un ammontare che sarà calcolato sulla base dei contributi versati nell’arco di tutta l’attività lavorativa, e non sulla base dell’ultimo periodo di retribuzione come avveniva in passato con il sistema retributivo.
Ma nello specifico, di cosa si tratta e come si calcola?
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Tutto quello che c’è da sapere sul calcolo della pensione contributiva
A partire dal 1995 gli assegni sono elaborati sulla base dei contributi versati. Ciò significa che arrivati all’età del pensionamento la rendita che verrà percepita è calcolata sulla dote accumulata durante gli anni di lavoro, rivalutata annualmente secondo il tasso di capitalizzazione, e alla quale viene applicato un coefficiente che tiene conto dell’età anagrafica e dell’aspettativa di vita.
Il sistema di calcolo contributivo è quindi molto semplice ed avviene come segue:
- Calcolare i contributi versati ogni anno dal contribuente sulla base dell’aliquota di computo che varia a seconda della categoria lavorativa presa in considerazione (33% per i lavoratori dipendenti e 20% per quelli autonomi);
- Determinare il montate contributivo individuale sommando i contributi annuali rivalutati al 31 dicembre in accordo con il tasso di capitalizzazione che viene dato dalla variazione media del Pil del quinquennio precedente (dati Istat);
- Moltiplicare il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione espresso in percentuale. Il coefficiente varia in funzione dell’età anagrafica del lavoratore nel momento del pensionamento, e premia chi rimane al lavoro il più a lungo possibile. Per esempio, il coefficiente equivale a 4,661% per chi va in pensione a 60 anni, 5,435% a 65 anni, e così via. Il coefficiente massimo è 6,541% per chi resiste fino a 70 anni.
Online si possono trovare diversi strumenti per calcolare la pensione, tra cui quelli messi a disposizione dall’Inps e dal Sole24Ore.
Chi deve applicare il sistema contributivo?
Per non sbagliarsi nel calco della pensione Inps, è necessario capire da quale dei tre sistemi pensionistici si è interessati: contributivo, retributivo o misto. Ecco tutto quello che devi sapere in proposito:
- Sistema contributivo: tutti i lavoratori che al 1° gennaio 1996 risultano privi di anzianità lavorativa, o per coloro che ne fanno esplicita richiesta.
- Sistema retributivo: la sua applicazione riguardava i lavoratori che il 31 dicembre 1995 avevano un’anzianità contributiva superiore ai 18 anni. Tuttavia, il sistema retributivo è stato soppresso dal 1° gennaio 2012.
- Sistema misto: il sistema misto è il risultato dell’applicazione della Riforma Fornero, e interessa tutti colore che al 31 dicembre 1995 avevano un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni (dal 1°gennaio 2012 questo metodo riguarda anche i soggetti con più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995).
Come calcolare l’età pensionabile
Come abbiamo già menzionato, il diritto alla pensione non matura più come in passato (ovvero quando la somma tra gli anni di contributi e gli anni di età superava una certa quota). Con il sistema contributivo si può andare in pensione al raggiungimento di una certa soglia d’età.
Ecco i nuovi criteri sull’età pensionabile:
- Lavoratrici private: 65 nel 2016 e 66 nel 2018.
- Lavoratrici autonome: 63 anni e mezzo dal 2013, con identiche progressioni per gli anni successivi rispetto alle dipendenti.
- Settore privato: dal 2018 tutti a 66 anni (nel pubblico avviene dal 2012).
Cos’è, invece, l’opzione donna? E’ una possibilità di anticipare la pensione per le donne, questa proroga non è detto a sapersi fino a quando è attuabile o applicabile. I requisiti sono un’età di 58 anni e circa 35 anni contributivi.
In questo articolo abbiamo cercato di fare chiarezza sul metodo contributivo nelle pensioni, e come cercare di avere le idee più chiare anche se la legge di stabilità e le riforme del governo potrebbero variare l’attuale situazione e modificare ancora i piani contributivi in merito alle pensioni.
Ora che con questo articolo abbiamo fatto chiarezza sul sistema contributivo, siete finalmente in grado di prevedere quando andrete in pensione e quanto riceverete. Tuttavia, è bene tener presente che il governo sta valutando eventuali riforme e modifiche che potrebbero nuovamente cambiare la situazione.