La TASI è la tassa sui servizi indivisibili, è stata introdotta in Italia con la legge di stabilità 2014, per conoscere l’esatto ammontare della somma da pagare, è bene conoscere le detrazioni ad essa applicabili. Queste incidono notevolmente sull’importo finale da versare, ma variano in base al comune in cui è ubicato l’immobile, di conseguenza è necessario cercare informazioni sul sito dell’amministrazione comunale di proprio interesse.
Per capire di cosa si tratta è necessario partire dal concetto di servizi indivisibili: trattasi di quei servizi diretti alla collettività intesa in senso globale, possono essere ricompresi tra i servizi indivisibili la manutenzione delle strade, la pubblica illuminazione, asili nido.Il soggetto passivo della tasi è colui che possiede o detiene a qualsiasi titolo un fabbricato, compresa l’abitazione principale. Si applica inoltre a chi detiene aree edificabili, unica eccezione sono i terreni agricoli. Nel caso in cui l’immbile sia abitato da un inquilino l’importo deve essere diviso tra quest’ultimo e il proprietario in misura variabile, la quota spettante all’inquilino varia dal 10% al 30%, anche questa è stabilita dal comune, resta da sottolineare che gli importi inferiori a 12 euro non devono essere pagati. Se vi sono più detentori o possessori l’imposta è dovuta in solido. Se l’inquilino nell’anno solare ha occupato l’immobile per un periodo inferiore ai sei mesi, la tasi è dovuta solo dal proprietario. Deve anche essere sottolineato che la detrazione per prima casa, solitamente non spetta all’inquilino perché si applica all’abitazione principale del proprietario e questa non può essere un fabbricato dato in locazione.
Per il pagamento della tasi si usa il modello F24 che permette anche di pagare telematicamente attraverso la banca e inoltre consente di compensare gli importi dovuti con altri crediti di imposta spettanti al soggetto passivo della tasi. Il pagamento è previsto in due rate, la prima in scadenza al 16 giugno e la seconda al 16 dicembre. Per la prima rata, nei comuni in cui non sono state fissate le aliquote, si procede con il pagamento basato sulle aliquote dell’anno precedente e a dicembre si procede al conguaglio applicando le nuove.
Per la determinazione dell’ammontare della tassa, è necessario partire dalla base imponibile.
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Come si trova la base imponibile?
In sintesi si può dire che è la stessa dell’IMU, nel dettaglio si tratta della rendita catastale, che può essere visionata su una qualsiasi visura catastale richiedibile anche al comune in cui è ubicato l’immobile. Tale rendita deve però essere rivalutata al 5% (basta moltiplicare per 0,05).
Ottenuta la base imponibile, la stessa deve essere moltiplicata per il coefficiente previsto in base al tipo di immobile posseduto, ad esempio 160 per le abitazioni civili. Questo ciò che prevede la normativa perché poi occorre integrare con i regolamenti comunali che applicano delle aliquote il cui ammontare è compreso tra una forbice indicata dalla legge. Questa è compresa tra l’1 per mille fino al 2,5 per mille, ma in base alla legge n°68 del 2014 i comuni che applicano delle detrazioni, possono portare l’aliquota sull’abitazione principale fino al 3,3 per mille, è nelle facoltà dei comuni azzerare l’aliquota.
Sulle abitazioni non principali invece i comuni possono applicare un’aliquota fino 10,6 per mille, elevabile a 11,4 per mille se applicano delle detrazioni.
In caso di fabbricato rurale strumentale l’aliquota tasi non può essere superiore all’1 per mille.
A questo punto è bene capire cosa sono le detrazioni. Si parla di detrazione da un’imposta o da una tassa, quando una volta calcolato l’ammontare del tributo da versare, dallo stesso possono essere sottratte delle somme. Le detrazioni si differenziano dalle deduzioni in quanto quest’ultime devono essere scalate sulla base imponibile prima del calcolo delle imposte da versare.
Le detrazioni si applicano a tutti coloro che si trovano nella situazione che fa avere diritto al beneficio. Devono essere stabilite dal comune, ciò vuol dire che ogni comune potrà stabilire di anno in anno se applicarle e quali sono i requisiti per avere diritto alle detrazioni.
Quali sono le detrazioni tasi?
La detrazione più frequentemente applicata dai comuni è quella per i figli. È bene dire che ogni comune modula tale detrazione in modo diverso anche in base al fabbisogno economico. Nella maggior parte dei casi il diritto alla detrazione non cessa al compimento del diciottesimo anni di età, infatti la città di Milano applica la detrazione per figli a carico se non hanno ancora compiuto i 26 anni di età, fino però ad un massimo di tre figli per nucleo familiare. Per poter avere le detrazioni è però necessario che i figli facciano parte dello stesso nucleo familiare quindi la residenza nell’immobile e non essere a loro volta coniugati. Anche l’ammontare stabilito per ciascun figlio varia da comune a comune, Milano ad esempio nell’anno in corso ha applicato una misura di 20 euro, mentre Firenze 25 euro.
Diverso è il caso di Brescia che per il 2015 ha previsto una detrazione di 50 euro per ogni figlio minore, anche in affido, ma a partire dal quarto figlio. La stessa città però ha previsto un azzeramento per gli immobili adibiti ad abitazione principale la cui rendita catastale non supera i 400 euro, in questo caso può parlarsi di una detrazione pari a 200 euro.
Un’altra detrazione comunemente applicata è quella per la prima casa. Ad esempio Roma applica una detrazione di 110 euro per gli immobili con rendita catastale inferiore a 450 euro, 60 euro invece per gli immobili la cui rendita è compresa tra 450 euro e 650 euro, 30 euro per gli immobili con rendita maggiore. In questo caso il comune tenta di privilegiare coloro che si trovano in una situazione economica, almeno per quanto riguarda il patrimonio posseduto, deteriore.
I comuni in base alla normativa possono stabilire detrazioni, fino all’azzeramento, anche per immobili con un unico occupante, fabbricati rurali, abitazioni occupate da soggetti che risiedono all’estero per più di sei mesi l’anno, oppure per fabbricati occupati solo in alcune stagioni dell’anno.
Un’altra tipologia di detrazione applicata in alcuni comuni è quella per reddito, anche in questo caso l’esempio è Milano che, per i nuclei familiari con un reddito inferiore a 21.000 euro, prevede una detrazione di 99 euro per le rendite catastali da 351 euro a 400 euro, 87 euro di detrazione per le rendite da 401 euro a 450 euro. La detrazione diminuisce quindi all’aumentare della rendita catastale, fino alle rendite di 600 euro che possono beneficiare di una detrazione di 49 euro. Per rendite eccedenti non vi è detrazione per reddito.
Queste sono le tipologie principali di detrazioni applicabili alla tasi, a questo punto deve essere precisato solo che le stesse sono cumulabili, quindi la detrazione per figli può essere cumulata a quella per casa principale e reddito.